“Le persone
esistono qui l’una per l’altra soltanto come rappresentanti di merci, quindi
come possessori di merci. Troveremo in generale, man mano che la nostra esposizione procederà, che le maschere
economiche, caratteristiche delle persone, sono soltanto le personificazioni di
quei rapporti economici, come depositari dei quali esse si trovano l’una di
fronte all’altra”. K. Marx ( Il capitale. Critica
dell’economia politica. Ed. Riuniti, Roma 1964, libro I,sez. I, cap.II, pp
117-118.)
L’individuo come persona non ha alcuna rilevanza ciò che conta è la merce che rappresenta. Nella società di oggi, in nome del progresso, le persone sono state private dell’anima e rese funzionali a un sistema. Oggetti da utilizzare quando servono e dove servono, non più uomini che entrano in relazione con altri uomini, ma esseri che si relazionano con un apparato all’interno del quale si è in relazione non con la propria identità ma con la propria funzione. Poco o niente interessano le capacità, le attitudini, le competenze di una persona, meno ne hanno meglio è, più facile sarà sostituirle. E’ nata così una società basata sull’inganno perché si è sviluppata su falsi valori. In cambio di una vita comoda che ha permesso di comprare vestiti griffati e quant’altro potesse servire a dimostrare che non si era un morto di fame, abbiamo venduto la nostra anima. Il superfluo è diventato necessario per creare un immagine di sé, e ai figli non si è più parlato di quei valori della famiglia che ti conferivano una identità, che ti davano il senso di appartenenza, che ti davano la forza di affrontare sacrifici per affermare un’idea o per conseguire un risultato, che davano importanza alla parola data, ad una stretta di mano, all’amicizia. Il risultato è che oggi non si è più capaci di lottare e si è dominati da un senso di impotenza. L'angoscia, che ha un'innegabile connessione con l'attesa del peggio, fa la sua comparsa. Si è diventati schiavi di un sistema che ti ha privato dell’anima e della voglia di sognare. Un giovane che ha un sogno lo difende con tutto se stesso come lo studente che, da solo e completamente disarmato, si parò davanti a una colonna di carri armati per fermarli nella piazza di Tienanmen. Oggi è di questi giovani, capaci di rivendicare il diritto di avere un sogno, che si ha bisogno, in essi sono riposte le speranze perché le cose cambino in meglio. E’ giunto il tempo di dire basta a chi fa false promesse, di dire ” io esisto e ho deciso di difendere il mio sogno”. Politici e sindacati dicono continuamente che la crisi ha portato ad un ampliamento della forbice tra ricchi e poveri, che è in atto una crisi globale, che bisogna fare sacrifici e sperare in tempi migliori. Oltre a raccontare queste cose che ognuno già sa perché le vive sulla propria pelle cosa fanno? Perché non tolgono quel tanto ai ricchi per non farli diventare più ricchi di quanto già sono, e lo danno ai poveri, così entreranno in circolo più soldi e, con l’aumento dei consumi interni, tutti ne trarranno benefici? Invece no per i politici le cose non sono così semplici e ci raccontano un sacco di fesserie per convincerci che non si può, non si possono toccare i ricchi, non si possono abolire privilegi, meglio togliere ancora un pochino a chi ha quasi niente, così si racimoleranno più soldi per le banche e le industrie che poi, forse, daranno più lavoro. Basta bugie.
L’individuo come persona non ha alcuna rilevanza ciò che conta è la merce che rappresenta. Nella società di oggi, in nome del progresso, le persone sono state private dell’anima e rese funzionali a un sistema. Oggetti da utilizzare quando servono e dove servono, non più uomini che entrano in relazione con altri uomini, ma esseri che si relazionano con un apparato all’interno del quale si è in relazione non con la propria identità ma con la propria funzione. Poco o niente interessano le capacità, le attitudini, le competenze di una persona, meno ne hanno meglio è, più facile sarà sostituirle. E’ nata così una società basata sull’inganno perché si è sviluppata su falsi valori. In cambio di una vita comoda che ha permesso di comprare vestiti griffati e quant’altro potesse servire a dimostrare che non si era un morto di fame, abbiamo venduto la nostra anima. Il superfluo è diventato necessario per creare un immagine di sé, e ai figli non si è più parlato di quei valori della famiglia che ti conferivano una identità, che ti davano il senso di appartenenza, che ti davano la forza di affrontare sacrifici per affermare un’idea o per conseguire un risultato, che davano importanza alla parola data, ad una stretta di mano, all’amicizia. Il risultato è che oggi non si è più capaci di lottare e si è dominati da un senso di impotenza. L'angoscia, che ha un'innegabile connessione con l'attesa del peggio, fa la sua comparsa. Si è diventati schiavi di un sistema che ti ha privato dell’anima e della voglia di sognare. Un giovane che ha un sogno lo difende con tutto se stesso come lo studente che, da solo e completamente disarmato, si parò davanti a una colonna di carri armati per fermarli nella piazza di Tienanmen. Oggi è di questi giovani, capaci di rivendicare il diritto di avere un sogno, che si ha bisogno, in essi sono riposte le speranze perché le cose cambino in meglio. E’ giunto il tempo di dire basta a chi fa false promesse, di dire ” io esisto e ho deciso di difendere il mio sogno”. Politici e sindacati dicono continuamente che la crisi ha portato ad un ampliamento della forbice tra ricchi e poveri, che è in atto una crisi globale, che bisogna fare sacrifici e sperare in tempi migliori. Oltre a raccontare queste cose che ognuno già sa perché le vive sulla propria pelle cosa fanno? Perché non tolgono quel tanto ai ricchi per non farli diventare più ricchi di quanto già sono, e lo danno ai poveri, così entreranno in circolo più soldi e, con l’aumento dei consumi interni, tutti ne trarranno benefici? Invece no per i politici le cose non sono così semplici e ci raccontano un sacco di fesserie per convincerci che non si può, non si possono toccare i ricchi, non si possono abolire privilegi, meglio togliere ancora un pochino a chi ha quasi niente, così si racimoleranno più soldi per le banche e le industrie che poi, forse, daranno più lavoro. Basta bugie.